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Titolo: Jazz classics Autore: Aa.Vv. Genere: Classic jazz Anno: 1994 Etichetta discografica/distributrice: P&C - Tabak Marketing ltd. |
I brani contenuti in questa collection, a mio parere, ripercorrono le tappe fondamentali dei primi 60 anni di storia del genere sopra-citato, senza ricorrere all'inserimento di brani commercialmente famosi degli autori. Ricordo che, questo album, è molto difficile da trovare nei negozi ma, se cercate nei vari store telematici, potrete trovare i brani singolarmente. Vediamo di presentarli per autore:
- My man e Lover man (Billie Holiday): Eleanora Fagan è, sicuramente, una di quelle cantanti che, ad un primo ascolto, ti fanno gelare il sangue nelle vene. La voce triste ma brillante, la sua storia personale allucinante fatta di molti episodi sgradevoli e di momenti gioiosi che hanno dato un notevole contribuito alla storia della musica contemporanea (si dice sia stata lei ad incoraggiare un certo Francis Albert Sinatra ad inizare a cantare...). Questi due brani non reggono, certamente, il confronto con Strange fruit oppure The man I love (veri e propri brani rappresentativi della cantante) ma definiscono bene il ruolo che l'amore ha avuto nella vita personale della Holiday: spero capiate bene l'inglese (lei ha un parlato molto comprensibile) perchè potreste innamorarvi...
- Out of nowhere, Scrapple the apple e Don't blame me (Miles Davis e Charlie Parker): i seguenti brani li potete trovare all'interno della raccolta Ballads di Charlie Parker edita dalla Dreyfus Jazz -Sony Music France-. Incisi tra il 1947 ed il 1952, questi brani racchiudono in sé tutto il romanticismo di quel sotto-genere sopra le righe che è il be-bop: eseguiti in quintetto (da sottolineare, in Don't blame me, la presenza del contrabbasso di Charles Mingus, uno dei padri del free jazz), questa potremmo definirla la più bella scelta di chi ha composto la compilation. Domanda per voi: Out of nowhere, ad un ascolto attento, può ricordare l'inizio di un famoso lungometraggio animato della Disney: quale, secondo voi?
- Ease it e Cannon's blues (Cannonball Adderley): Julian Adderley, insieme a Charlie Parker e Bean (soprannome che venne, simpaticamente, dato a Coleman Hawkins) compongono il trittico dei sassofonisti che adoro: tipico jazz anni '50, Adderley divenne famoso per aver ospitato, in una sua celebre formazione, il pianista e compositore austriaco Josef Zawinul che, qualche decennio più tardi, fondò la band fusion più famosa della storia: i Weather Report.
Questi i musicisti che compaiono più di una volta all'interno di questa compilation. Conosciamo, adesso, quelli che compaiono con un solo brano:
- Sunny side of the street (Louis Armstrong): Satchmo (o Pops, che dir si voglia), il Re del Jazz, in uno dei brani che più rappresentano il suo stile ed il suo carattere. La voce roca accostata al suono della sua tromba -qui al massimo della sua espressione- portano l'ascoltatore ad esplorare quella New Orleans che tanto viene descritta (dopo l'uragano Katrina) come una città difficile, odori sgradevoli per la strada, ma... luogo storico per un genere che ha fatto storia.
- Three hearts in a tangle (Dizzy Gillespie): John Birks Gillespie, il massimo rappresentante del be-bop non solo per il suono ma, soprattutto, per gli atteggiamenti ed il modo di vestire, qui presenta quella che, per me, è la perla di quest'album. Suono romantico e seducente, mi riporta alla mente i primi cortometraggi Disney (cartoni animati con i quali sono cresciuto e grazie ai quali ho iniziato ad approcciarmi al jazz) rilassandomi completamente... lasciandomi quasi in estasi.
- Basin Street blues (Louis Armstrong e Ella Fitzgerald): Re e Regina insieme per una descrizione della via principale di New Orleans, costeggiante il Mississippi, che dipinge perfettamente la New Orleans degli anni d'oro. Non è Summertime, su questo siamo d'accordo, ma anche questo brano sa dare emozioni indelebili.
- Love me or leave me (Lena Horne): brano riproposto dalle più grandi interpreti di questo genere, nella voce di Lena Horne assume un significato ancora più marcato. Al contrario della Holiday, della Fitzgerald o della Vaughan, la Horne ha una voce più limpida che dà una sonorità quasi moderna a questo brano che, a mio avviso, contiene una delle rime più belle che abbia mai ascoltato: "Love me or leave me or let me be lonely...". Lo so, sembra una cavolata ma, ogni volta che ascolto questa frase ho i brividi.
- Riff raff (Charlie Parker): se non siete abituati ad ascoltare questo sotto-genere di jazz, il be-bop, questo brano è, sicuramente, l'ascolto più difficile di tutta la compilation. I musicisti, quasi in preda a convulsioni, eseguono suoni senza un apparente schema dando quel tocco di mistero al brano che potrebbe somigliare, ad un primo ascolto, ad un tipico macello da sala prove. Provare per credere!
- Everything goes (Duke Ellington): Edward Kennedy Ellington, si legge dalla sua biografia, fu uno dei primi musicisti a mescolare il jazz con la musica classica. Questo brano è, prettamente, orchestrale e ripete, come in un blues lo stesso motivo ma... lo stile del mitico pianista di Take the "A" train è inconfondibile.
- Lover come back to me (Ella Fitzgerald): ad un primo ascolto, questo brano porta l'ascoltatore al centro della Broadway newyorkese in pieno periodo d'attività (esatto, avete letto bene: ho volutamente sottolineato newyorkese perchè di quartieri denominati Broadway ne sono pieni gli Stati Uniti): le luci, i suoni, il cielo serale limpido. Un brano per scatenarsi e ballare immaginando i giovani degli anni '40-'50 americani nelle stesse condizioni.
- Blue juice (Charlie Barnet): avete mai sentito parlare di Philip Marlowe? L'investigatore privato, nato dalla penna di Raymond Chandler ed, al cinema, impersonato da Humphrey Bogart? Ecco, questo brano vi riporta a quel periodo: un'ideale colonna sonora per un poliziesco d'annata. Non è, sicuramente, il brano di punta di Barnet. Il pianista e direttore d'orchestra, infatti, compose la famosa Skyliner che, parecchi anni più tardi, venne portata al successo, in versione cantata, dai Manhattan Transfer.
Spero che, questa recensione, sia stata di vostro gradimento. Attendete fiduciosi: presto ne arriveranno altre.
Blackjack.
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